pub-3756798086419606 LiberaMente: Il Cavallo di Troia , il File .

domenica 29 gennaio 2017

Il Cavallo di Troia , il File .

La Rivoluzione sul Ring




LiberaMente, oggi, vi racconterà una bella storia, una storia pulita che parla di un campione romantico morto pochi anni fa (11 Giugno, 1912).
Lo farà partendo dalla fine. O quasi.

«Cosa valgono cinque milioni di dollari, quando ho l’amore di otto milioni di cubani?»



Rispose così il pugile cubano Teofilo Stevenson quando gli chiesero perché si rifiutò di combattere per il titolo contro un certo Mohammed Ali.

E ora andiamo insieme a conoscere chi è questo curioso personaggio che a Cuba è una leggenda.
Teofilo Stevenson nasce a Puerto Padre, il 29 Marzo del 1952 e cresce dando pugni nella provincia di Las Tunas. 
Las Tunas è uno di quei posti da sogno, dove il mare cristallino attira turisti di passaggio per un bagno e magari un Mojito sulla sua spiaggia incantata.
Teofilo però, non è un turista, è un Cubano povero, come la grande maggioranza dei cittadini del suo Paese, cresce sulla strada e la strada lo cresce insegnandogli il suo antico codice e i trucchi per sopravvivere alla durezza della vita.


Teofilo Stevenson trovò nel pugilato il riscatto e la gloria.
Già perchè il ragazzo era una vera forza della natura. Fin dai suoi esordi incantò tutti lasciando prevedere una grande carriera. Teofilo era un martello con un peso massimo e l'agilità di un felino.
Inoltre possedeva un altro grande talento per un pugile : la faccia da duro, da cattivo ragazzo con cui rappresenta Cuba ai giochi Olimpici di Monaco nel 1972.
In Europa vince la sua prima medaglia d'oro e lo fa in scioltezza schiacciando uno dopo l'altro tutti i suoi avversari.
A cuba non puoi diventare uno sportivo professionista. Non è previsto dalla legge. Punto. A Teofilo stava bene.
Quattro anni dopo, ovviamente da dilettante, Teofilo si ripresenta alle Olimpiadi di Montreal dove rivince l'oro, a modo suo, ancora in scioltezza.
I suoi colpi sono precisi, forti ed eleganti e sul ring si muove come a casa sua. 
Gli basta un secondo per stravolgere la storia di un incontro.
A Cuba è venerato e l'America lo vuole. Lo cerca. Gli cadono addosso un mucchio di offerte da sponsor nonché  una proposta di cinque milioni di dollari per combattere per il titolo dei pesi massimi contro un certo Mohammed Ali.





«Cosa valgono cinque milioni di dollari, quando ho l’amore di otto milioni di cubani?»

C'è perfino chi credeva che Teofilo se la sarebbe anche potuta giocare con Ali.
Ognuno può credere a ciò che vuole. In fondo è questo il bello dello sport.

Alla fine il campione vincerà tre volte i Campionati Mondiali e la terza medaglia d'oro alle Olimpiadi sigillando così la sua leggenda.

Da allenatore della Nazionale cubana, a Miami, fece ancora parlare di sé. Si dice che fu insultato da un impiegato della compagnia aerea che riportava sull'isola la selezione di pugili, Teofilo lo prese a pugni, ovviamente gli spaccò i denti e fu arrestato. Pochi giorni dopo tornò nel suo Paese dove prima di morire , rilasciò la sua ultima intervista. 
Il giornalista : Che cosa ti manca Teofilo?
Il nostro campione rispose così stupendo tutti per l'ultima volta. "Mi manco io".

















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