Buenos Aires : Il tango dei contrasti
"Il Tango è come l'amore, si balla in due, un passo alla volta"
Proprio così , quando pochi anni fa , mi capitò la fortuna di visitarla, Buenos Aires mi mostrò, alla maniera di un vecchio Tango, un passo alla volta, la malinconica sensualità del suo corpo e con labbra carnose iniziò a sussurrarmi l'ipnotico canto della sua antica anima.
La capitale argentina è il dolce crepuscolo nel vecchio quartiere di San Telmo, l'atmosfera chic che pervade Puerto Madero, la festa di colori e la contagiosa allegria del "Caminito" , il cuore dell'antico quartiere de La Boca.
E' anche la desolazione dei "Cartoneros"che, di notte, dormono su un "letto" di cartone ma anche la vivacità dei suoi abitanti "Portenos"( la gente del porto)
Buenos Aires nasce come città agricola, da un lato guarda la costa e dagli altri è circondata dalla pianura (Pampas). Nel 1776 diventa un porto commerciale internazionale. Da qui il suo sviluppo.
Negli anni '20 del '900 è presa d'assalto da navi cariche di sogni dei migranti europei.
Non si sa nulla della nascita del Tango, termine del quale perfino la sua etimologia è del tutto incerta.
Quello che si sa è che apparve all'improvviso, intorno al 1880, come una sorta di idioma comune della gente del posto e che da quel momento, con passione e malinconia danza insieme ai suoi abitanti.
In un bar , un vecchio ubriacone mi disse che quando arrivi a Buenos Aires, le pupille si dilatano tanto è immensa la città.
In effetti, a prima vista, può spaventare. Conta quattro milioni di abitanti, un terzo della popolazione argentina.
Quando ci sei dentro, però , la sua forma a scacchiera perfetta, in un certo senso ti consola, con ogni strada che s'incontra ad angolo retto, formando "Le manzanas"( isolati). Ogni lato dell'isolato misura circa cento metri.
Allora se sei in centro , magari davanti ad una "casa rosa" , La Casa Rosada che è la sede del governo, ti trovi a Plaza de Mayo, vero cuore pulsante della città, dove il tempo ha scritto importanti pagine di storia, a partire dal primo insediamento spagnolo, passando per le folle inneggianti a Evita Peron fino alle madri coraggiose dei "Desaparecidos"che, durante la giunta militare di Videla, con un fazzoletto bianco in testa, percorrevano la piazza in senso circolare intorno alla piramide per protestare contro l'ingiustizia della prigionia dei loro figli.
Lo fanno ancora oggi, per circa mezz'ora, ogni giovedi pomeriggio.
E' da un pò che LiberaMente voleva raccontarvi la Boca. Non poteva farlo, però, voltando le spalle alla storia della sua città.
La Republica de La Boca

La Boca è un ballo di Tango su ciottoli bagnati sotto un cielo pitturato da un ventaglio di colori.
E' un ritorno al passato per ricordare o dimenticarne una parte, quella che si vuole.
La Boca è il calcio, la Bombonera che ricorda una scatola di confetti perché se ci sei dentro, ti stai sposando con lui.
La Boca è Diego Armando Maradona.

Il quartiere fu costruito da migranti genovesi. Popolato da pittori e marinai , da puttane e massaie, da poeti e da contrabbandieri, da commercianti e musicisti.
Un quartiere di angiporto, povero e variopinto che parlava genovese.
Oggi i Bochensi raccontano che i loro antenati avessero creato una specie di piccola comunità utopica dove regnavano solidarietà e amicizia e dove perfino la diffusa povertà avesse trovato una sua dignità.
Le piccole case in legno e lamiera ondulata venivano dipinte continuamente con le vernici delle imbarcazioni. Oggi quel loro blu, giallo, rosso e rosa si alternano con suadente armonia nelle vie del quartiere.
Qui tra questi colori, l'orgoglio silenzioso del riscatto sociale frutto della laboriosità industriale d' un tempo, si è prima incontrato, poi fuso con la gioia creolla sprigionata dalla pittura e dal Tango mentre il fiume Riachuelo si gettava malinconico nel vecchio porto dismesso.
Da tale "imboccatura" (Boca) prende il nome questo pittoresco quartiere, la cui via principale "Calle Caminito" continua a mantenere intatto il suo fascino Bohémien nonostante la miriade di venditori che la popolano.
Fino a pochi anni fa, qui si ballava tango fino all'alba bevendo vino e mangiando la Faina' (la tipica farinata genevese).
Ora l'autenticità della tipica danza si respira in altri luoghi della città come a San Telmo ma la Boca rimane la Boca e basta averci messo piede una volta per amarla come si ama una donna.
Ovviamente Buenos Aires, la Boca e gli altri quartieri sono tutto questo e molto di più.
E' un gioco di seduzioni, di contrasti, tra dribbling nel rettangolo verde, colpi di pennello e sensuali passi di danza.
Lo trovi in un bicchiere di vino che ti bagna le labbra mentre balli con la città al ritmo di un tanguero, un passo alla volta.
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