pub-3756798086419606 LiberaMente: Viaggia LiberaMente: da Milano a Chefchaouen.

lunedì 6 febbraio 2017

Viaggia LiberaMente: da Milano a Chefchaouen.

Da Milano a Chefchaouen su due ruote


Il viaggio on the road di un grande amico.
Destinazione Marocco. 
Marco , Astro, la strada, la gente.
 

Premetto che a me non piace scrivere e quindi mi scuso in anticipo. Ma come fai a dire di no a questo bel ragazzo che vive con me?



Chefchaouen


Sono arrivato al porto di Tangeri per caso.

Era il terzo viaggiatore, quelli di cui Kerouac avrebbe detto che "conoscevano il tempo", che salutavo mentre partiva alla volta del Marocco.

Non potevo non andarci.

Quindi prendo Astro , la mia moto, la carico a puntino e vado al porto di Algericas.  Compro un biglietto return open e mi imbarco alla scoperta di questo paese.

E ora?

Alcuni giorno dopo,  a Tangeri , parlando con il  gestore dell'ostello, descrivo il mio piano che sarebbe iniziato da lì a poco e lui, con una faccia stupita mi domanda:

"E Chefchaouen?"

"Chefchaouen?"

"Ma certo, la città azzurra. La citta più romantica del Marocco!"

"Amico mio, io sono solo.."

"E che ti importa, lascia stare il romanticismo, NE VALE LA PENA, è arroccata , tra le montagne, è tutta dipinta di azzurro, vedrai che ti piacerà...Tanto sei già diretto a sud, non hai una scaletta da seguire. Al massimo, se non ti piace, tiri dritto..."


E come mi capita spesso quando viaggio, mi son trovato al porto di Algeri, sulla strada per Chefchaouen, cosí, per caso.

Durante il viaggio mi fermo a Tetouan , una bella città con una Medina molto antica, al bivio per la mia momentanea meta. Sento Martina che mi aggiorna dei suoi viaggi e dei suoi sogni. Fino ad ora la strada è stata piatta, dritta e monotona ed è una piacevole distrazione dai pensieri che hanno vagato nella mia mente. 

Un caffè al volo, seduto ad un tavolo sul marciapiede, in un tradizionale Caffé marocchino guardando il lento fluire del traffico locale e via, di nuovo, alla volta di Chefchaouen.

La strada per arrivare è meravigliosa. Paesaggi di montagna che si estendono sull’asfalto fresco e curvette niente male per un motociclista . Astro segue ogni mio idea quasi come se mi leggesse nelle mente ed ogni accelerata, ogni piega, ogni frenata si succedono come se io e lei fossimo in simbiosi. Ormai è passato del tempo da quando sono partito da Milano e di chilometri ne abbiamo fatti insieme.  Io conosco lei e lei conosce me.

Arrivo a destinazione verso pranzo. 

Per arrivarci devo arrampicarmi su una ripida strada piena di tornanti ed appena arrivato in città vengo accolto dalla tipica atmosfera maroccina. Un mercato vivente, dove ogni persona che incontri può venderti qualcosa. Alcuni non hanno neanche nulla da vendere ma cercano comunque di rifilarti qualcosa :

" ..amico vieni, amico parcheggio per la moto? amico hotel? Amico hash hash? Amico mangiare? Amico dormire? Amico vuoi mia mamma per un paio di ore??ti cura la moto! Lei molto brava!.."


Chefchaouen, come tutte le città marocchine che ho visitato è composta da una parte nuova e una parte vecchia: la Medina.

Ovviamente ho preso l'ostello in quest'ultima ed arrivato all'ingresso, in compagnia della fedele Astro , scopro che ovviamente è pedonale. D'altronde la medina di Chefchaouen si estende su un’ unica scala e a meno che non hai una moto da trial...

Quindi cerco un parcheggio sicuro, mi carico i miei 17 kg di zaino e mi incammino verso l'ostello, inseguito dai soliti "venditori" che provano e riprovano a vendermi di tutto.

La medina di Chefchaouen è una meraviglia .

Nella città tutto è azzurro, dal pavimento fino ai soffitti delle case.  E’ pulita, pulitissima e la vista è mozzafiato. Il posto è pieno di negozi dove puoi trovare di tutto e di artisti che creano le loro opere per strada o nei loro piccoli “atelier”.

Arrivato in ostello, prendo il mio posto in una camerata da 10 posti letto (3.50 euro a notte).

Poso tutto e vado sul terrazzo dove, nonostante il caldo, resto di ghiaccio davanti alla vista meravigliosa che mi si  spalanca davanti.

I tetti delle case con le spezie di mille colori a seccare, i monti maestosi che si innalzano tutti intorno, un tramonto roseo che illumina tutta la valle. Tutto, intorno a me , era un’esplosione di vita, umanità e natura. 

Ero estasiato.

Resto ipnotizzato per un paio di ore e alla fine scopro che non sono il solo ad ammirare quello spettacolo.

Dietro di me, infatti, si era creato un gruppo di persone che stanno ammirando lo stesso panorama. Tra gli altri vedo un gruppetto di ragazzi, sui 20-25 anni, che chiacchiera intorno ad un tavolino.

Parlano di vita vissuta, di viaggi e di sogni e così mi unisco al gruppo.
Chiaccheriamo fino a notte fonda ed è strano come dopo mesi di pellegrinare in giro per la Spagna tra turisti ora mi trovo qui in compagnia di autentici viaggiatori, come me e meglio di me.

In questo ostello ho conosciuto suonatori di reggae itineranti, giocolieri, poeti, filosofi e sognatori, tutti uniti dalla stessa passione: la scoperta del mondo.

Il mio gruppo era formato da: due ragazzi australiani in viaggio da più di qualche anno che si spostavano facendo l’ autostop o attraverso piccoli escamotage, un ragazzo brasiliano che viaggiava da sempre, qualche ragazzo inglese con le stesse attitudini, alcuni ragazzi tedeschi e da me che, come sempre, ero il più grande, anche se in quel momento mi sentivo un minuscolo punto nell'infinito.

Avevo appena finito di leggere "Into the wild" ed ero perso nella mia  fame di avventure quando il ragazzo australiano, la vera mente del gruppo, se ne esce:

"Domani allora tutto deciso, scendiamo al mercato e vediamo quanto costano gli asini!”

" Asini? Ragazzi cosa dovete farci con gli asini?"

"Abbiamo deciso di scendere verso Fez (più di 300 km) in sella a degli asini! Cazzo siamo dei "Supertramp" anche noi, vogliamo ripercorrere le gesta di Nemo!"
La nottata è volata via tra piani di viaggio, racconti di "imprese" passate, sogni, discussioni filosofiche sulla nostra società e sul mondo fino a quando , alle 5, ci siamo resi conto che forse era meglio andare a letto, altrimenti l'indomani gli asini se li sarebbe comprati qualcun altro..
Ho salutato i miei nuovi amici che tornavano in stanza e sono rimasto ancora un pó a lasciarmi ipnotizzare dal panorama stellato e dal cielo turchino.
"Alle 9, allora, tutti operatavi!"

A mezzogiorno tutti dormivamo beatamente...
Non so a che ora sono riusciti a buttarmi giù dal letto!
Il nuovo programma prevedeva una colazione nella piazza centrale,la piazza più alta della città e poi una discesa verso il mercato, alla conquista dei ciucci. 


Ci fermiamo ad un ristorante sulla piazza, "obbligati" dai "butta dentro" che, prendendo una percentuale sugli acquisti dei clienti , in qualche modo riescono a farci sedere al tavolo.
Una piazza di ciottoli molto ampia e piena di ristoranti per turisti da dove si aprono le strade principali che si inerpicano o discendono per la città vecchia.
Tutto brulica di vita e ad ogni angolo trovo persone che parlano allegramente, artigiani che curano il proprio negozio e viandanti che si salutano e proseguono per il loro cammino.
La cosa che mi ha colpito di più del Marocco e di tutti i paesi islamici dove ho messo piede è la ricerca di collettivitá e di comunitarietá che si respira ovunque. 
Nei parchi trovi gruppi di amici che parlano o si riposano un , nelle strade incontri persone che si aiutano a vicenda senza chiedere nulla in cambio, nei caffè strapieni i clienti giocano , guardano una partita di calcio o commentano le notizie dei telegiornali. Tutti sorridono, tutti si rispettano.  Ho trovato un'umanità che nel mio paese, purtroppo, stiamo dimenticando.

Mi sembrava di essere tornato bambino,ai giorni in cui mio nonno mi portava a giocare al parco mentre lui si fermava a chiacchierare con gli amici di una vita ,su una panchina, all'ombra di un pino.
Ora, da noi,  spesso i parchi sono desolati o “abitati” da  stranieri , insultati, a volte, da razzisti che li accusano di rubare quegli spazi di cui, tutto sommato, non gli é mai interessato nulla perché preferiscono stare a casa, adagiati sul divano a subire la propaganda mediatica che gli insegna ad odiare quelle persone che hanno solo la colpa di provenire da un paese diverso dal nostro.
In Marocco mi hanno accolto come uno di loro. 
L'uomo dovrebbe imparare a giudicare un altro uomo , non dalla pelle che “indossa”o dalle preghiere che rivolge al suo Dio, ma dalle sue azioni. 


In questo senso viaggiare accorcia le distanze.

Finiamo di fare colazione e ci incamminiamo verso il mercato.

In quei giorni credevo che il mio viaggio in Marocco sarebbe durato al massimo un paio di settimane perché sentivo che dovevo fuggire da quella città meravigliosa. Altrimenti non l'avrei più lasciata.

La sera passo gli ultimi momenti spensierati con i miei nuovi amici prima di salutarli visto che l'indomani sarei partito alla volta del sud, non con un asino ma in sella alla mia Astro!!
Quando sono tornato a Chefchaouen  (perché alla fine sono ritornato ) ho sentito la storia di un gruppo di occidentali che aveva comprato degli asini ed era arrivato sano e salvo a Fez dopo una decina di giorni di cammino tra le incantate valli marocchine.

Da li, il mio viaggio verso sud è proseguito passando per Fez,Marrakech ed Essaouira  ( le città più importanti che ricordo)e concluso a Tangeri. 

Poi , il ritorno in Italia.

Quasi dimenticavo . 

Un consiglio da amico: "non mangiate le lumache bollite!” 
Io l'ho fatto e vi lascio immaginare come é andata a finire.


Sul diario ho scritto
: “Ho visto un pittore , nel suo angusto studio, dipingere al lume di una candela.
La sua umiltà e la sua passione sono stati illuminanti. 

Non serve molto per star bene.
Una candela, una pipa di Kefi e la tua arte”. 


Un giorno tornerò a Chefchaouen...













 

Nessun commento:

Posta un commento