CIAO MAESTRO
Ho trentasei anni e se mi sono avvicinato al mondo dell'arte, soprattutto a quello della scrittura, è stato grazie alla poesia cantata messa in scena da Fabrizio De Andrè.
Pochi giorni fa, l'11 Gennaio, è stato il diciottesimo anniversario della sua morte.
Un vuoto, dunque, che è diventato maggiorenne, più consapevole e maturo forse, ma non per questo meno tangibile.
Ho deciso, quindi, di dedicare un pensiero al Maestro che rappresenta uno degli spartiacque della mia crescita personale.
Avevo iniziato buttando giù delle mie parole fino a quando mi sono reso conto che sarebbe stato come cercare di palleggiare con Maradona.
Perciò come leggerete, non ho fatto altro che unire in un puzzle alcuni titoli, per me quelli più significativi delle sue meravigliose canzoni.
Farei di tutto per venire a riprenderti, magari facendo uno scambio di persona. Avrei già in mente qualcuno.
Per iniziare potrei baciare IL GORILLA, fare IL PESCATORE o magari IL BOMBAROLO giù ne LA CITTA VECCHIA anche se a dirti la verità IL FANNULLONE mi riuscirebbe meglio.
Finirei davanti a IL GIUDICE e gli direi che ho imboccato LA CATTIVA STRADA, forse un po pericolosa ma DOLCENERA come la notte.
AMORE CHE VIENE, AMORE CHE VAI, mi tengo stretto IL TESTAMENTO che hai lasciato e se VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE digli pure che sono UN MATTO.
Tuo AMICO FRAGILE.
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