#ViaggiaLiberaMente presenta :
Lanzarote, sulla sponda dell'arte.
Un'isola che offre deliziosi paesaggi vulcanici con i suoi trecento crateri disposti su un territorio grande come una piccola provincia.
Una terra che riempie lo sguardo sognante dei viaggiatori con incantevoli villaggi dipinti di bianco e con tante altre sorprese come quelle rappresentate dalle opere stravaganti di un grande artista figlio di Lanzarote : César Manrique.
I giganti di Lanzarote.
Quanti modi di viaggiare conoscete?
Beh, non credo siano quantificabili in effetti, si viaggia per passione, cultura, curiosità, relax e si viaggia a volte anche per realizzare qualche sogno.
Lanzarote è uno di questi.
Lanzarote è uno di questi.
I motivi stessi che ci spingono a scegliere un luogo piuttosto che un altro sono prettamente personali ma quante volte ci è capitato di “programmare” un itinerario di viaggio e stravolgerlo poi in corso d’opera? Non so a voi, ma a me capita SEMPRE!
Non mi sono fermata molto su quest’isola, solo quattro giorni purtroppo ma calcolando che il mio intento principale era visitare gli ultimi luoghi terreni di due tra i miei artisti preferiti e ripercorrere i loro passi, ho subito pensato che fossero stati più che sufficienti.
Mi sbagliavo!
Mi sbagliavo!
Lanzarote è stata scoperta da un genovese: Lanzerotto Malocello e almeno questa notizia mi ha reso un tantino fiera delle mie origini, insomma noi italiani in quanto a scoperte non ci possiamo di certo lamentare!
Approdata direttamente da Gran Canaria, dove avevo trascorso i giorni precedenti, ho affittato un' auto, una sorta di SUV grande come più o meno tutta l’isola, mi sentivo un po’ fuori luogo, tutto è selvaggio, gitano, semplice e un po’ paleozoico.
Cosa ci facevo con quel macchinone? L'avrei scoperto solo alla fine!
Cosa ci facevo con quel macchinone? L'avrei scoperto solo alla fine!
La prima mattina, mi sono diretta a Teguise, piccolo paese ad est dell’isola in cui una volta a settimana allestiscono un mercato, nulla di particolare, tipico mercatino fieristico di paese, commerciale e turistico al punto giusto, ma è qui che ho “incontrato” il primo gigante delle Canarie. Terminato il mercato, passeggiando per le viuzze del paesino mi sono imbattuta in una casa , una sorta di chiesetta abbandonata a prima vista, rurale in pietra, una delle poche non dipinta di bianco, ma con una particolarità: il cortile. Ad attirare la mia attenzione è stata la testa di una bambola posta su un busto in pietra, quello era solo un esempio delle centinaia di bizzarre piccole sculture composte da vecchi pc, abiti, giocattoli, insegne stradali, bottiglie, scope, microonde, seggioloni e chi più ne ha più ne metta. Ho chiesto ad una vigilessa di cosa si trattasse, mi ha risposto che era la casa di un anziano abitante di Teguise che iniziò con il riporre tutto ciò che di vecchio e usato trovava nei dintorni proprio nel suo cortile, creando una vera e propria opera d’arte, stupenda! Denunciato più volte dai compaesani e autorità alla fine riuscì senza molti sforzi a convincere tutti che la sua dimora attirava piu turisti del mercato stesso (maggiore attrazione del paese) come dargli torto? Un Gigante!
Nei pressi di Teguise per chi volesse passare un po’ di tempo in spiaggia, leggere un libro o provare lo sport dell’isola il surf è a disposizione la bellissima Cala di Famara, sede dei miei bizzarri tentativi di cavalcare l’onda!
Il secondo giorno mi sono diretta a Tias, paesino ad ovest dell’isola dove finalmente mi sono dedicata alla visita del secondo gigante di Lanzarote (primo in assoluto nella mia personale classifica) José Saramago.
Questo scrittore di origini portoghesi, mostro indiscusso della letteratura, innovatore e genio (scusate ma sono di parte!) ha trascorso gli ultimi 18 anni della sua vita proprio qui, in questo piccolo paesino su questa piccola isola ed a giudicare dalla bellezza indiscussa del luogo è chiaro il perché. La casa ha un elemento costante ed onnipresente: i libri, penserete che sia normale per un Nobel per la letteratura possederne molti, ma quelli di José sono esagerati presenti in tutte le stanze della casa, senza contare la sua biblioteca personale. La simpatica guida racconta la vita isolana dello scrittore e della moglie Pilar del Rio, suo grande amore, basti pensare che decise di impostare tutti gli orologi della casa alle 16:00, orario in cui si sono conosciuti, il rispetto in generale per le donne si respira ovunque.
Nella stessa biblioteca Saramago dedica un angolo dell’immensa stanza a tutti i libri scritti dal gentil sesso, proprio per onorare e mettere in evidenza l’arte della scrittura femminile.
Nella stessa biblioteca Saramago dedica un angolo dell’immensa stanza a tutti i libri scritti dal gentil sesso, proprio per onorare e mettere in evidenza l’arte della scrittura femminile.
Non mi dilungo molto ma vi invito a leggere almeno uno dei suoi incredibili scritti, in alcuni dei quali spicca una continua lode all'isola stessa. Gigante.
Nel pomeriggio sotto consiglio dei locali mi sposto più a nord, La Geria, il cui paesaggio è particolarissimo perchè è un connubio tra terreni neri composti di pietra lavica e verdi distese di vigneti che danno vita ad un ottimo vino, come sia possibile che su un terreno del genere possa nascere la maggior produzione di vino di tutte le Canarie resta ancora un mistero. Il consiglio per togliersi qualunque dubbio è approfittare delle diverse degustazioni offerte dalle Bodegas del luogo, vi consiglio El Grifo con annesso tour delle cantine e del museo.
Attenti nel mettervi alla guida al rientro!!
Attenti nel mettervi alla guida al rientro!!
Terzo giorno, terzo Gigante: Cesàr Manrique.
Questo artista è uno dei motivi di orgoglio dell’isola, nato nella capitale ad Arrecife ha donato e dedicato gran parte del suo tempo e delle sue opere a Lanzarote arricchendola e rendendo i suoi paesaggi ancora più spettacolari. La sua presenza sull’isola è costante, lo trovi nelle rotonde con le sue pazzesche istallazioni a vento e nei principali luoghi di attrazione turistica che ha reso particolarmente pittoreschi con costruzioni ed impianti che ne esaltano la bellezza.
La vita di Cesar è perfettamente descritta da due bellissime dimore dove l’artista ha vissuto, entrambe visitabili: la prima è chiamata Fundaciòn Cesar Manrique, si trova a Tahiche centro- nord di Lanzarote ed è la casa in cui ha vissuto fino al 1987, ricavata all’interno di 5 bolle vulcaniche, un’opera d’arte estrema; lingue di lava alternate a vetrate enormi che lasciano intravedere il paesaggio primordiale e vulcanico caratteristico del luogo si alternano ad arredamenti anni ’70 arancio e verdi posti su un pavimento totalmente bianco creando un contrasto unico nel suo genere, è evidente l’amore di Cesar per la terra e la continua ricerca del contatto con essa, per non parlare di opere di scultura come lampade e complementi creati esclusivamente da lui: spettacolare.
La seconda casa si trova al nord dell'isola, vicino ad Haría ed paradossalmente molto diversa dalla prima; qui l'artista ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, é caratterizzata da una ricca vegetazione esterna che fa da ingresso ad una costruzione più tipica isolana, riutilizzando una masseria in rovina impreziosendola da uno stile moderno ma con accenni al passato, il legno che domina in tutta casa affiancato da oggetti che l'artista ha raccolto in tutto il mondo è riadattato a complementi di arredo di sua manifattura cosi particolari ed estremi da lasciarti a bocca aperta! Distaccata dalla casa troviamo lo studio personale, il suo vero mondo in cui creava tutte le sue opere, una grande sala rettangolare seminterrata ma piena di luce al contempo, l'emozione da pelle d'oca provata in quella sala non la dimenticherò, luogo in cui tutto é rimasto com'era 25 anni fa:pennelli, tele incompiute, barattoli di vernici aperti, guanti e scarpe macchiati qua e là. Questa dimora risulta essere più accogliente e calda della prima, anche se i dipinti a metà, libri aperti sul tavolo ed altri accenni all' incompiuto lasciano un leggero senso di malinconia..César infatti scomparse il 25 settembre 1992 prematuramente in un incidente stradale, proprio mentre si recava ad un incontro con José Saramago, chissà se il fato in quell'occasione decise di non poter sopportare un meeting tra due giganti del genere..Grazie al cielo sull'isola restano prove del genio di questo artista racchiuse non solo nelle due case ma anche nelle opere di rivalutazione del territorio da lui fortemente volute e realizzate, qui sotto alcune:
-Jameos del Agua:ristorante, teatro e piscina ricavati all'interno di un canale vulcanico.
-un ristorante all'interno del bellissimo Parco Nazionale di Timanfaya (da visitare!)
-Mirador Del Río: struttura creata per rendere ancora più spettacolare la vista da uno dei punti più panoramici dell'isola.
-giardino dei cactus.
Ultimo giorno, ultimo gigante: Deiter Noss
Tornando dal Timanfaya verso la capitale, visitando paesini un po' a caso arrivo al piccolo villaggio de Las Breñas, cercando un posto per fermarmi a mangiare mi imbatto in un giardino particolare, che poi scopro tramite ricerche su internet appartenente a Deiter Noss, quest'ultimo artista è forse il meno conosciuto tra tutti, è un pittore, scultore e designer tedesco che vive e lavora tra lanzarote e monaco, Più che la costruzione in se anche qui come nel caso del cittadino di Teguise la particolarità era nel cortile, riduttivo chiamarlo così perché in questo caso parliamo di ettari di terreno adibiti (a mio avviso) a mostra permanente di arte contemporanea! Istallazioni di plastica, vetro, metalli, ceramiche tantissimi materiali con cui l'artista ha creato un piccolo parco attrattivo: martelli giganti, prese elettriche di dimensioni umane, animali stilizzati, finte lapidi alternate da scritte in tedesco che forse a causa di studi scolastici mettono sempre un po' d'ansia, insomma una bellezza che osservata da sola è riuscita anche ad incutere un senso di timore come se prima o poi Deiter potesse affacciarsi alla porta urlandomi:"fuori da casa mia!!!"
In effetti mi sentivo come un'intrusa in quel momento, mi muovevo con cautela su quel terreno..fortuna che probabilmente in quei giorni il signor Noss si trovava a Monaco..oddio almeno credo!
Per chi fosse interessato si trova a sud dell'isola scendendo da Femés verso località Il Golfo ci si ritrova a Las Breñas, difficile da scovare ma una volta scoperta vi lascerà di stucco!
Finito il mio breve ma intenso viaggio porto a casa le storie di questi pazzeschi personaggi che io chiamo Giganti un po' per contrastare anche le dimensioni ridotte dell'isola!
Lanzarote é ricca di bellezze naturali, anche se ho dedicato meno parole a quest'ultime vi assicuro che non sono da meno!!
PS: il semi-SUV si é rivelato più che utile durante il mio rientro in aeroporto, mi sono fermata ad ammirare playa Honda nei pressi della capitale ed ho rischiato di perdere il volo! La potente cilindrata é stata apprezzata!
Tornerò? Vi rispondo con una citazione di José Saramago che secondo me incarna alla perfezione il senso del viaggio:
"Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito."
J.S. (Viaggio in Portogallo)

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